Abbiamo appreso una notizia che coglie tutto il nostro mondo di sorpresa: il Santa Lucia Basket ha ufficialmente comunicato alla Federazione Italiana Pallacanestro in Carrozzina la decisione di rinunciare a prendere parte al prossimo campionato di Serie A 2020/2021. Nel palmares del club capitolino figurano 21 Scudetti, 12 Coppe Italia, 5 Supercoppe Italiane, 3 Coppe dei Campioni, 3 Andrè Vergauwen Cup e 1 Challenge Cup. Si tratta della società più titolata e antica del basket in carrozzina italiano. Una “bomba” che ci deve far riflettere e interrogare: com’è possibile che una società gloriosa che rappresenta una città al centro di intrecci politici, affaristici e turistici non riesca a trovare linfa vitale per la sopravvivenza? Parliamo di Roma Capitale. Dove c’è la Politica con la P maiuscola, quella che conta per intenderci. Non stiamo parlando di una piccola realtà di provincia come la nostra. C’era la possibilità di coinvolgere le istituzioni politiche nazionali, sensibilizzare i parlamentari più attivi sui nostri temi, fare pressioni al governo per non dimenticare il nostro sport. Stando a Roma, a un passo dai palazzi che contano, si sarebbe potuto e dovuto fare tutto il necessario per scongiurare questo misfatto.
Ma allo stesso tempo capiamo la dirigenza del Santa Lucia e immaginiamo le notti insonni a cercare soluzioni: è facile parlare ma è difficilissimo gestire il bilancio societario in uno sport a corto di risorse, essere consapevoli e responsabili dei rischi, muoversi all’interno di un terreno minato. Certo minato! Perché la verità è che lo sport nella disabilità interessa a pochi intimi. Quando chiedi un supporto economico o una sponsorizzazione cosa offri in cambio? Quanta visibilità ottiene un’azienda? La risposta è scontata: poca cosa o addirittura nulla. Cosa che non accade nel resto d’Europa dove il basket in carrozzina è ben pubblicizzato e attira attenzioni. In Italia invece si riesce ad ottenere dai giornali soltanto dei trafiletti, quando hai fortuna, mentre le principali TV nazionali non concedono in pratica nessuno spazio, ad eccezione di Raisport che manda in onda 4/5 gare all’anno spesso in differita.
L’unica società che si distingue nel nostro panorama è la Briantea84 Cantù che, grazie ad un lavoro certosino e con uno staff di alto profilo, riesce ad emergere in uno scenario così desolante. Certo, si sono aggiunte le conseguenze dell’emergenza Covid-19: le aziende soffrono e di conseguenza viene meno il loro supporto allo sport. La rinuncia del Santa Lucia è un campanello d’allarme che non può essere trascurato ma deve provocare uno scossone, altrimenti non sarà un caso isolato. Dobbiamo fare di più, molto di più. La nostra Federazione deve far sentire la propria voce e discutere con le TV nazionali per convincerle ad inserirci maggiormente nei palinsesti sportivi, fosse anche per un minuto, oltre a cercare collaborazioni per lanciare campagne di comunicazione e trattare anche con grossi sponsor per fare immagine veicolando prodotti. Attualmente il nostro mondo ha come principali testimonial Bebe Vio (scherma) e Alex Zanardi (handbike), ma perché non puntare i riflettori anche sul basket in carrozzina, definito da tutti lo sport paralimpico d’eccellenza?
Oggi esce di scena il Santa Lucia, domani chissà che a lasciare il palco non sia l’Amicacci? Svegliamoci!
Ufficio Stampa Polisportiva Amicacci / Foto: Daniele Capone