Ad un mese dall’inizio della stagione 2022/2023 abbiamo fatto una chiacchierata con coach Di Giusto, pronto a guidare la Deco Metalferro Amicacci Abruzzo per il secondo anno consecutivo, tra conferme e novità.
Iniziamo facendo un passo indietro.
Lo scorso anno alla prima stagione sulla panchina Amicacci hai raggiunto finale scudetto e finale di Coppa Italia, andando vicinissimo a vincere entrambe le competizioni. Qual è stata l’emozione che ha avuto la meglio? La delusione di non aver vinto un trofeo o comunque la soddisfazione di aver portato l’Amicacci per la prima volta in finale di Coppa Italia e per la seconda volta in finale Scudetto? In entrambe le finali abbiamo affrontato la Briantea84 Cantù, squadra che riaffronteremo in un’altra finale quella di Supercoppa Italiana. Voglia di rivincita?
“Per quanto riguarda la stagione passata sicuramente l’aver raggiunto due finali – tre se consideriamo anche la Supercoppa Italiana che Giulianova non ha mai disputato – si può ritenere un risultato soddisfacente dal mio punto di vista. Ero alla mia prima esperienza all’Amicacci, con una squadra rinnovata di molto e fatta anche in corsa e sarebbe bastato un pizzico di fortuna in più, perché serve anche questo nello sport. Pensiamo all’ultimo tiro di Marchionni finito su ferro che avrebbe significato la vittoria del Campionato Italiano, alla Coppa Italia persa nei minuti finali dopo aver giocato un’ottima pallacanestro per alcuni tratti della gara, insomma una serie di situazioni che potevano cambiare con un episodio. Rivincita con Cantù? Sicuramente spero che non avvenga quello che dice il proverbio: “Non c’è due senza tre”. Cantù ha cambiato molto e perso giocatori importanti però è sempre una squadra ostica, mentre noi siamo un cantiere aperto con molti giovani. Sarà una partita tutta da vivere, tra l’altro giocata in casa loro, e certo la voglia di rivincita c’è per dimostrare soprattutto che siamo competitivi”.
Nelle scorse settimane è stata svelata la squadra che prenderà parte al prossimo campionato di Serie A. Tanti volti nuovi e soprattutto tanti giovani supervisionati da due pilastri del basket in carrozzina: Matteo Cavagnini e Galliano Marchionni. Che sia l’apertura di un nuovo ciclo? Qual è l’obiettivo quest’anno?
“Insieme alla società abbiamo lavorato per ringiovanire la squadra e portare nuovi ragazzi, sia stranieri che italiani, perché credo sempre che è un progetto debba avere delle basi per poi avere una continuità e continui ricambi possono sempre essere difficoltosi. Lo scorso anno è servito anche a me per ambientarmi in un posto che conosco molto bene da anni ma che non ho mai vissuto dall’interno e questo ha significato molto. Quest’anno abbiamo quattro nuovi stranieri che non hanno mai giocato nel nostro campionato e dovranno adattarsi a quello che è il modo di giocare qui in Italia. Sarà importante creare un gruppo e la possibilità di vivere dentro una sede che ci fa stare tutti insieme avrà sicuramente la sua importanza, oltre alla presenza di capitan Marchionni e Cavagnini per la loro esperienza. Spero di poter fare bene anche quest’anno, ovviamente con con l’aiuto della squadra, di tutto lo staff e della società, che sta veramente lavorando bene sia sul mercato sia dal punto di vista organizzativo. L’obiettivo è quello di mantenere i risultati dello scorso anno, magari migliorandoli”.
Capitolo campionato. Siamo nel Girone A con Santo Stefano, Sassari, Porto Torres, Bergamo e Varese. Non un girone facile sia dal punto di vista logistico che agonistico. Qual è la squadra che più ti impressiona sulla carta? E quale pensi, invece, sia la favorita alla vittoria finale?
“Certamente siamo in un girone sulla carta più competitivo rispetto all’altro e questo può avere i suoi vantaggi come quello di disputare, durante l’arco di tutto il campionato, partite sempre interessanti e non scontate. Questo sarà un ottimo modo per fa crescere la squadra, inoltre ci permetterà di lavorare per migliorare eventuali difetti che sicuramente ci saranno. Bisognerà trovare l’amalgama fra tutti i nostri nuovi giocatori, avremo nuovi quintetti molto diversi rispetto allo scorso anno e quindi sarà per me un lavoro molto interessante. Non è un mistero che prediligo allenare i giovani perché oltre alle doti atletiche devi migliorare e far assimilare loro quelle che sono le tue idee di basket. In questo modo non devi modificare quello che hanno già dentro dopo tanti anni che giocano in un certo modo.
Per me la favorita quest’anno è Santo Stefano, con il rientro di Ghione anche se da dicembre quindi quasi col girone di andata terminato. Saranno loro la squadra da battere anche perché rispetto alle altre giocano da tanto tempo insieme. Sassari ha fatto un grandissimo mercato ma dobbiamo aspettare il campo per le valutazioni perchè mettere tanti campioni insieme non sempre porta a raggiungere il risultato. Nell’altro girone credo che farà un ottimo campionato Padova, che ha mantenuto lo stesso gruppo di giocatori e bisognerà valutare Cantù, ma credo sinceramente che sulla carta quest’anno avrà qualche difficoltà per il rinnovamento in corso che non posso spoilerare!”.
Capitolo coppe. Quest’anno parteciperemo di nuovo alle competizioni europee, dopo lo stop della pandemia. Nonostante la giovane età di molti dei nuovi atleti l’esperienza in campo internazionale non manca. Qual è dunque l’obiettivo?
“Riguardo le coppe con la società abbiamo fatto richiesta di organizzare uno dei gironi di qualificazione, sarebbe un bel riconoscimento anche per festeggiare i 40 anni di attività. Come dicevo prima è vero che abbiamo giocatori giovani ma i ragazzi israeliani (che dall’8 settembre saranno impegnati nel Mondiale U23 in Thailandia), la stessa Melanie (giocatrice canadese che ha vinto gli ultimi campionati panamericani ) hanno un’esperienza importante oltre ai nostri Marchionni, Cavagnini, Stupenengo e gli altri. Ovviamente bisognerà vedere un po’ quello che hanno fatto le altre squadre che ci capiteranno nel girone e sarà importante essere convinti delle nostre capacità. Giocatori come Gabriel Benvenuto, che è stato sicuramente una delle sorprese positive dello scorso anno, giocherà a 3 punti in Coppa quindi anche il discorso degli abbattimenti lo sentiremo meno quest’anno e abbiamo una squadra dove tutti (a parte Francesco Greco Brakus che sarà in prestito per crescere) giocheranno con il loro punteggio originale. In questo modo le rotazioni dei quintetti non saranno differenti da quelle che vedremo durante il corso al campionato”.
Ultima domanda. Quest’anno il nostro claim è “Emozioni Forty” per celebrare i 40 anni di attività dell’Amicacci e sappiamo che oltre ad essere un tecnico sei un grande amico della polisportiva dalla nascita della società. Se dovessi scegliere un ricordo legato a questi 40 anni quale sarebbe??
“Ho conosciuto Peppino attraverso Roberto Marson e lo considero un fratello al quale ho dato sempre una mano. Di ricordi ce ne sono tanti, come i tornei all’aperto, situazioni divertenti con valori veri come quelli umani e familiari. Ricordo che un torneo giocai con la maglia del Giulianova e la sera, dopo aver vinto la finale, c’era una Coppa che era qualcosa di gigante, tipo 140cm!!! Era presente l’allora sindaco e chiesi a Peppino di regalargli la Coppa con la specifica richiesta di metterla nel proprio ufficio e di far diventare il torneo di Giulianova qualcosa di importante anche per la cittadina. Con il passare degli anni il mondo del basket in carrozzina è andato sempre di più verso il mondo professionistico per cui ricreare certe situazioni è diventato sempre più difficile. Quest’anno ci abbiamo riprovato ma siamo stati costretti a fare un quadrangolare al chiuso nei palazzetti, per via delle limitazioni del Covid, con le squadre nazionali (Italia, Spagna, Polonia e Canada). Un’altro dei ricordi più belli e indelebili è legato proprio alla nazionale: correva l’anno 1984 e Peppe aveva organizzato un raduno a Giulianova ed è in quella occasione che gli regalai la mia maglia, la cosa meravigliosa è che è ancora incorniciate ed attaccata al muro nel suo ufficio, dopo 38 anni. Con l’Amicacci ho un legame fortissimo grazie anche alle mie origini abruzzesi. Spero di poter portare con la mia esperienza e la mia età qualcosa in più a una società che ha sempre lavorato bene negli anni, anche e soprattutto nei momenti di difficoltà perchè come abbiamo visto molte società sono purtroppo sparite mentre Giulianova rimane e continua a resistere”.
Foto: Daniele Capone